lunedì 12 aprile 2010


Martedì 27 Aprile 2010 dalle 17 alle 19 si svolgerà a Roma la Manifestazione "Salviamo le palme" a difesa delle palme italiane colpite dall'epidemia del Rhynchophorus ferrugineus altrimenti detto punteruolo rosso. Invitiamo tutte le persone sensibili alla cura e alla difesa degli alberi (ma anche coloro che hanno palme nei loro giardini o condominii) e che pensano che salvare dalla morte imminente migliaia di palme, nostro bene comune, sia fondamentale e un nostro dovere, a partecipare alla manifestazione, la prima a difesa delle palme che si svolga in Italia, organizzata dai Palmiers per Martedì 27 Aprile 2010 nei centralissimi, proprio di fronte al Vittoriano e al Campidoglio, giardini di Piazza San Marco. La vostra presenza sarà un'occasione per mettere in discussione un male moderno della nostra società avallato dai media e dal senso comune : l'antropocentrismo, che considera problemi passibili di emergenze e interventi economici solo quelli che riguardano gli umani mentre ( e questo nell'anno internazionale della Biodiversità, il 2010 sic!) non considera le 20.000 palme gia morte tagliate e scomparse dal nostro paesaggio come un'emergenza ma solo un problema di competenza di qualche ufficio ministeriale.

I Giardini di Piazza San Marco

Salviamo le palme
Appello al Governo per richiedere lo stato di emergenza nazionale per l’epidemia del coleottero Rhynchophorus ferrugineus , che sta devastando il paesaggio italiano.
I paesaggi delle nostre città stanno perdendo le palme. Eleganti e solide sembravano indifferenti al deteriorarsi del loro habitat urbano (più traffico, più polveri sottili, metalli pesanti, estati torride); ora però le palme stanno morendo, divorate dal coleottero Rhynchophorus ferrugineus più noto come punteruolo rosso. Quella che ormai si configura come un’epidemia che sta colpendo le palme, interessa anche la Spagna, il sud della Francia e la Grecia, ma è in Italia che ha assunto caratteristiche di catastrofe ecologica. Come mai? I poteri pubblici, finora si sono attivati poco e male per arginare la moria di palme. Un gruppo di studio attivato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel Maggio 2008 non ha ancora prodotto risultati utili al contenimento dell’epidemia.Il decreto del novembre 2009 sulla “lotta obbligatoria al punteruolo rosso” emanato 5 anni dopo che il coleottero killer si era insediato in Italia, e il suo recente aggiornamento, ha prodotto poco o nulla sul fronte dell’informazione capillare ai cittadini sul pericolo che corrono le palme e sulle misure per limitare il danno. Non solo, ma il decreto precisa che “le misure obbligatorie derivanti dall'applicazione del decreto sono a cura e spese dei proprietari”. Il che vuol dire che sia gli Enti locali che devono curare le palme dei giardini pubblici e delle alberate stradali che i privati cittadini non hanno a disposizione alcun sostegno finanziario per salvare le palme.Chiediamo quindi agli organi competenti che venga decretato per ciò che riguarda l’epidemia del Punteruolo rosso, che finora nella sola Regione Sicilia ha ucciso 11.700 palme e infettato 30.000 unità con un danno stimato a circa un miliardo di Euro, e prima della nuova e devastante azione estiva del coleottero fitofago, lo stato di emergenza nazionale. Una richiesta che se accettata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri porterebbe:- allo stanziamento di fondi statali a cui possano accedere gli Enti locali e i proprietari privati per salvare le palme dalla morte certa;- ad individuare un immediato e simultaneo protocollo d’azione a livello nazionale che, coordinando le forze attualmente disponibili (esperti, agronomi,ricercatori), permetta di intervenire preventivamente sulle palme ancora sane e per abbattere quelle ormai irrecuperabili;- istituire centri di raccolta e dismaltimento efficaci;
- non penalizzare i privati e fornire loro informazioni sulle possibilità di intervento per contrastare il coleottero.Chiediamo pertanto al Governo che venga decretato lo stato di emergenza nazionale per l’epidemia del Punteruolo Rosso Rhynchophorus ferrugineus Oliv. : un intervento urgente, necessario ed efficace per salvare le palme che ancora rimangono a regalare bellezza alle nostre città e alle nostre coste.
LE PALME SONO UN BENE COMUNE
Movimento per la difesa delle palme
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o per mail

mercoledì 24 febbraio 2010

A Roma gli orrori dell'Ater in via di Centocelle
Riceviamo questa mail da Maria Teresa di Roma dove un'operazione di potatura radicale ha coinvolto quasi totalmente gli alberi del suo giardino condominiale dove abita : il comprensorio di via di Centocelle che va dal n. 3 al n. 15. Un'operazione che ha interessato con le stesse modalità anche tutti gli alberi del complesso di via Manfredonia al Quarticciolo sempre di proprietà dell'ATER dove si è svolta un'altra "strage di alberi".

Sono 60 anni che abito in queste palazzine costruite negli anni 50 per dare alloggio ai sottufficiali dell'Aeronautica Militare e nelle quali ho vissuto un'infanzia, una giovinezza, una maturità serene e forse anche privilegiate vista la presenza di ampi spazi esterni, prima brulli, poi via via sempre più verdi e rigogliosi in virtù di piante ed alberi che hanno arricchito quello che nei momenti migliori poteva essere considerato un bellissimo giardino: case modeste, certo, ma con begli spazi verdi e molti alberi: Tigli, Ligustri, Magnolie, Albizzie, Pini, Palme ecc. Queste palazzine, primariamente dell' INCIS, poi passate all' ATER, avrebbero sicuramente bisogno di ammodernamenti e di manutenzione, ma la sola cosa che viene fatta con determinazione, pervicacia, direi ferocia è .... la POTATURA DEGLI ALBERI, che ha raggiunto, con l'ultimo intervento di questi ultimi giorni, livelli di radicalità, arbitrarietà, gratuità, insostenibili.
Ti confesso che ho pianto nel vedere "straziare" sotto i miei occhi piante che ho visto crescere e che lambivano da sempre il mio balcone e le mie finestre... ma sia le mie lacrime, che i miei strepiti sono stati inutili, considerati urtanti, fastidiosi, forse anche isterici. Ed ancora una volta ho dovuto sottostare alla frustrazione e all'impotenza. Le uniche risposte dei distratti operai che macellavano gli alberi sono state che loro obbedivano agli ordini dell'ATER e che non li disturbassi visto che stavano lavorando. Scusatemi lo sfogo, ma avevo proprio bisogno di denunciare il fatto con qualcuno che capisse il mio dispiacere visto che ho avuta molto poca solidarietà anche dalla maggior parte degli inquilini che spesso hanno lodato l'operazione come utile, necessaria, quasi una giusta punizione per gli alberi, visti come potenziali killer, pronti a crollare addosso alle persone indifese. La visione degli Alberi come pericolo e non come dono della natura è segno dei tempi "disarmonici" in cui viviamo !!!! Poichè mi rendo conto di non avere una vera competenza sulla pratica e sulla metodologia della potatura, mi farebbe veramente piacere saperne qualcosa di più da voi, onde poter addurre argomenti più scientifici e meno emotivi e sentimentali ai miei "avversari". Se poi l'operazione potatura dovesse risultare sbagliata, o arbitratria, o ...dolosa... ( possibile che tutti gli alberi del condominio, in simultanea, necessitassero di una radicale potatura? anche quelli piccoli, quelli sempreverdi, quelli che non costituivano pericolo a niente e a nessuno!!!!) potremmo denunciarne l'arbitrio presso l'Ater o presso l'opinione pubblica. Alcune domande sorgono spontanee: A chi giova? Dove nasce la disponibilità finanziaria per queste operazioni ? (E' circa un mese che stanno lavorando nel mio condominio!), Perchè privilegiare questo servizio invece che provvedere alla manutenzione degli immobili, delle strade, all'istallazione degli ascensori vista la preponderante presenza di persone anziane? Scusate la lungaggine, ma queste potature mi hanno vermente turbato ed il rumore della motosega, che ancora questa mattina opera, mi è entrato nel cervello. Vi invio alcune foto scattate qualche giorno fa.

Al link che segue ci sono tutti gli indirizzi degli Organi Statutari

dell'ATER per mandare delle mail di protesta.

ATER

lunedì 15 febbraio 2010

Un muro al posto del panorama
in via Spinabella a Marino

Riceviamo una lettera di protesta di un'abitante di Marino, un ridente paese dei Castelli Romani, che ci segnala una grave danno paesaggistico avvenuto in una strada provinciale che costeggia la Via dei Laghi, via Spinabella, dove in una villa di proprietà privata al posto di una recinzione, una rete, che faceva però vedere lo stupendo paesaggio sottostante della valle di Roma, un paesaggio magico e misterioso che di notte si puntella di luci fantasmagoriche e scintillanti, si sta costruendo un muro molto alto che toglierà ai passanti, turisti ed amanti dei Castelli , la possibilità di poter vedere il panorama sottostante.
Ecco la mail :

" Buongiorno,sono una cittadina di Marino un paese dei Castelli Romani, per motivi di lavoro mi trovo a percorrere tutti i giorni la strada provinciale di Via Spinabella godendo ogni giorno di uno spettacolo della natura e del paesaggio che riuscivo ad intravedere attraverso le siepi e gli alberi . Ma purtroppo da circa due mesi ho assistito incredula alla costruzione di un muro sulla strada via Spinabella che è talmente alto che toglie ogni possibilità di intravedere quel meraviglioso spettacolo paesaggistico.Io non so esattamente quanto sia alto quel muro ma di sicuro supera ogni limite immaginabile. Ho scattato delle foto cosi potete vederlo anche voi.


Postiamo due foto e ci chiediamo: ma come è stato possibile questo scempio ambientale? Nessuno se ne è accorto? Qualcuno, magari gli amministratori del Comune di Marino sarebbero quelli più accreditati a rispondere, potrebbe darci qualche risposta?
Salviamo la nonna Quercia
di Castelvetro Piacentino Lettera della Grande Quercia
23 gennaio 2010

Ciao, io sono la Grande Quercia. Abito da 200 o 300 anni – boh, non ricordo bene… sai, la memoria fa cilecca – a Castelvetro Piacentino, in zona Oppiazzi.Tu dirai: perché una quercia mi scrive? Semplice: ho bisogno di te.Ti racconto la mia storia. Sono nata per volontà di un uomo che amava molto gli alberi, soprattutto le querce. Diceva che noi querce siamo l’orgoglio dell’uomo perché diventiamo grandi e potenti come lui. Io non sapevo nulla del potere e della grandezza, ero piccola e fragile. Ogni volta che un temporale arrivava io cercavo di ancorarmi più saldamente al terreno, perché temevo che il vento forte mi portasse via. Crescendo, ho poi imparato che il vento non bisogna ostacolarlo, ma al contrario bisogna ascoltarlo, così sono diventata amica del vento e ho cominciato a giocare con lui. Diventavo sempre più alta e facevo sempre più fatica a guardare il mondo che si muoveva sotto di me, mi veniva più facile guardare in alto. Anche i miei amici uomini lo facevano sempre, loro sempre in alto guardavano. Così vidi delle cose che mai avrei pensato di scoprire. Un mondo meraviglioso e oscuro, stelle brillanti e suoni magici. Belloooooo! Credevo che il mondo fosse solo questo. Finché un giorno scoprii che esistevano anche altre cose. Il mio amico, l’uomo che mi aveva dato la vita, non c’era più. Se n’era andato in un mondo lontano che non conoscevo, doveva essere terribile perché tutti quando pronunciano quel nome piangono e ne hanno paura. Il paese è “morte”. Credevo fosse un paese, poi un giorno ho scoperto che non è così. La morte non è un paese, ma è un luogo non lontano né vicino, né brutto né bello, è semplicemente il posto in cui andiamo quando il nostro tronco e i nostri rami sono troppo vecchi e non servono più. In quel posto ritroviamo tutto e tutti, ritroviamo coloro che amiamo e che vogliamo ritrovare. Quante cose che ho imparato nella mia lunga vita! Ho anche scoperto che agli uomini piace pensare che sul pianeta tutto sia loro. Pensano che la terra sia loro, continuano a guardare in alto e non si curano di tutto ciò che calpestano. Sai, io non ho piedi e mai mi sono potuta spostare da dove sto. Tutto quello che ho imparato l’ho appreso perché ho ascoltato coloro che volevano parlare con me, come gli uccelli, che volano sempre più in alto, ma che sanno guardare in basso. Mi piace ascoltare la voce del mondo, ma essendo una nonna quercia ho imparato anche ad ascoltare con il cuore: io leggo nel cuore di tutti. Scopro così molte cose.La solitudine, per esempio. Molti si sentono soli in questo mondo. Sai cosa dico io?La solitudine non è una cosa negativa. La solitudine è solo un’opportunità di crescita. Non cresci se corri, non cresci se sei circondato dal rumore e cerchi di urlare per farti ascoltare.La voce del silenzio insegna più di mille professori urlanti. La solitudine ti porta il tuo silenzio, e quel silenzio molti lo hanno sperimentato sotto il mio grande ombrello. I miei rami hanno protetto molti cuori di uomini e donne, bambini e animali che hanno voluto ascoltarmi e che hanno saputo ascoltarsi. Io sono la Grande Quercia e vivo per amare chi vuole amarsi.Mi piacerebbe che tu venissi a trovarmi, ma devi fare presto perché l’uomo che guarda sempre in alto mi vuole tagliare. Al mio posto verrà costruita una grande strada a sei corsie, che farà correre ancora più velocemente l’uomo. Io non ho paura di morire (ho scoperto che la morte è un bluff), so che vivrei ancora e che poi un giorno ritornerei. Ma penso a tutti quei cuori che non riusciranno più ad ascoltarsi perché saranno circondati dal rumore. Aiutami. Io non sono importante, sono solo una semplice creatura che ha bisogno di te. Dammi una mano: fai sapere quello che vogliono fare. So di chiederti molto, ma so anche che il tuo cuore è bello e grande. E’ grande come sono grande io.
La Grande Nonna Quercia
Questa è la storia della grande nonna Quercia. Il finale della storia lo scriveranno ancora una volta gli uomini. Io mi auguro dal profondo del mio cuore che il finale sia silenzioso e pieno d’amore. Ciao Grazie per avermi ascoltata Daniela.
Visita il sito
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Diventa Palmier

per salvare le palme italiane

“ L’invasione in Italia del coleottero chiamato punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus) da diversi anni sta attaccando le palme Phoenix canariensis e presto arriverà ad attaccare anche altre specie. Se non ci sarà un intervento delle istituzioni che finora hanno delegato molte delle responsabilità ai privati cittadini, nei prossimi anni assisteremo alla scomparsa totale delle palme dal nostro paesaggio. Fermiamo il punteruolo rosso che le sta uccidendo e chiediamo alle istituzioni di intervenire. Le palme sono esseri viventi, aiutale. Contribuisci anche tu a difendere il nostro paesaggio e l’ambiente. Unisciti a noi diventa Palmiers.” Chi sono i Palmiers? I Palmiers sono coloro che pensano che salvare palme secolari che caratterizzano il paesaggio italiano sia esigenza primaria sulla quale investire risorse ed interventi a livello nazionale e governativo. I Palmiers vogliono dare voce all'agonia delle palme, e amplificarla affinché l'epidemia silenziosa, riacquisti suono e torni a fare rumore, un rumore che arrivi a quei politici che hanno alzato le braccia con rassegnazione e indifferenza dicendo "ma che ci importa a noi delle palme, se ne occuperanno i tecnici, noi abbiamo problemi più importanti da sbrogliare". Dedica mezz'ora della tua settimana per dar forza al movimento che vuole salvare le palme italiane. Diventare Palmiers è facile segnalaci una palma colpita dal punteruolo dove vuoi manifestare manda una mail a legalberi@hotmail.it e ti daremo tutte le indicazioni (semplici) per manifestare il Sabato dalle 12 alle 12.30 insieme a noi. Solo mezz'ora della tua settimana e le palme e il paesaggio italiano potrebbero esserti grati per sempre.

lunedì 8 febbraio 2010

Money money

Un video di animazione brasiliano che non necessita commenti.

sabato 2 gennaio 2010

La breve storia del piccolo Acero
un racconto di Orazio Antonacci
"Ora il piccolo albero (che si trova in Piazza Gentile da Fabriano a Roma) rischia di essere inesorabilmente tagliato, perché speculazioni private, legate alla realizzazione di box sotterranei, stanno devastando il piccolo giardino"
LA BREVE STORIA DEL PICCOLO ACERO
di
Orazio Antonacci
Quando O. si accorse della sua esistenza il piccolo acero doveva avere due o tre anni di vita.Il seme, uno di quelli che si diffondono volando al vento come farfalle, era evidentemente caduto tra i rami della siepe di alloro che circonda il giardino di Piazza Gentile da Fabriano e lì aveva germogliato.A quel tempo, una quindicina di anni fa, questo giardino era ancora frequentato dai bambini del quartiere, che lì avevano a disposizione un’altalena ed un percorso in muratura per il gioco delle biglie. Naturalmente questi ospiti avevano più volte spezzato i tenui rami dell’acero, per cui quando O. lo scoprì aveva un tronco di pochi centimetri di altezza da cui partivano alcune verghe, più che rami, che tentavano di farsi strada attraverso la siepe di alloro. Fu naturale per O. soccorrere la piccola pianta eliminando via via nel giro di un paio d’anni i rami più piccoli affinché uno solo rimanesse e potesse innalzarsi e superare l’altezza delle siepe. Ora il piccolo acero era finalmente un albero il cui tenero verde delle foglie sovrastava come una macchia chiara il verde scuro dell’alloro ed O. poteva distinguerlo dall’alto, dal balcone della sua abitazione. Passarono alcuni anni e, per la gioia di O., il “suo” acero continuò a svettare sempre più alto cosicché ormai era possibile vederlo già in lontananza dalle vie che si aprono sulla piazza e perfino dal lungotevere del Foro Italico dall’altra parte del fiume. Nel tempo la vita del piccolo acero non fu sempre facile: i rami di un vicino platano sovrastanti lo costrinsero a piegarsi leggermente da un lato alla ricerca della massima insolazione. E non parliamo della dolorosa sorpresa di O. quando un’estate, tornando di sera dalle vacanze, ebbe l’impressione, errata, che il suo protetto fosse stato tagliato! Ora l’albero cui O. ha dato banalmente il nome di “Aceretto” è più bello che mai. E’ stato potato da O. e si sta raddrizzando lentamente perché anche i rami di platano che lo sovrastavano sono stati potati dal Servizio Giardini. Che piccola grande gioia era per O. accarezzarlo con lo sguardo prima di andare al lavoro e, da quando al lavoro non va più, salutarlo ogni mattina dal balcone! Ora il piccolo albero rischia di essere inesorabilmente tagliato, perché speculazioni private, legate alla realizzazione di box sotterranei, stanno devastando il piccolo giardino: hanno già distrutto buona parte della siepe di alloro, che O. si ricorda già esistente quando venne ad abitare nel quartiere nei lontani anni settanta, ed è prevedibile anche l’abbattimento dei platani che sono lì da molti più anni. Quasi per incanto la devastazione di questi giorni si è arrestata proprio nel punto in cui si trova Aceretto ed ora O. si affaccia ogni mattina al balcone col cuore in gola nel timore di vedere distrutta la sua verde piccola creatura.

Per maggiori informazioni sull'acero e
sulla battaglia sugli alberi condotta
dal
Comitato Piazza Gentile da Fabriano
clicca sulla foto seguente