mercoledì 25 marzo 2009

La "strana riqualificazione" di Via Colombo
Riceviamo e pubblichiamo da Claudio Mazza di Arma a Taggia (in provincia di Imperia) la segnalazione di una strana riqualificazione che prevede il taglio di 25 alberi di Arancio. Strana perchè al posto degli alberi, sempreverdi ed ornamentali, tutti in buona salute, sono previste delle fioriere in cemento.
Ecco il testo sintetizzato:
"L'Amministrazione comunale ha deciso nell'ambito dei lavori di riqualificazione di via Colombo (vedi prima foto) di tagliare 25 alberi di Arancio. Nove li hanno già tagliati, quando termineranno i lavori in quel tratto di strada, taglieranno anche gli altri alberi nel secondo tratto dove ce ne sono altri sedici. Gli alberi sono in buona salute, come quelli già abbattuti, e non danno fastidio Abito in Arma da una ventina di anni e ho sempre visto quegli Aranci sul bordo dei marciapiedi, richiedo perciò che si intervenga con la massima urgenza per impedire che gli alberi di via Colombo vengano abbattuti. Trovo scandaloso che per rifare la pavimentazione di una strada, il Comune debba abbattere gli alberi, quando è ben rinomato che queste piante (preziose per l'ambiente) oltre ad ornare le strade delle nostre città, danno ombra e frescura in estate, aspirano l'anidride carbonica (mortale per l'uomo e per gli animali), con le loro radici consolidano il terreno ed impediscono le frane. L'Amministrazione comunale di Taggia anzichè piantare alberi sul proprio territorio, per il benessere collettivo e dell'ambiente, li abbatte. Ho saputo che gli alberi saranno "sostituiti" da (costose) fioriere."
Gli Aranci di via Colombo

Gli Aranci tagliati in Via Colombo
Un Arancio tagliato
( dalla foto del tronco si può notare che l'albero era in perfetta salute)

domenica 22 marzo 2009

Riceviamo da Patrizia Agresti
dell'Associazione Apolitica di Cittadini in Difesa degli Alberi
sorta in seguito al massacro degli alberi storici del Viale della Rimembranza nel Viale Morgagni a Firenze,
che si propone di salvaguardare il verde pubblico urbano.
un invito a firmare
per il
MANIFESTO PER LA SALVEZZA DEGLI ALBERI IN CITTA'
Cittadini per gli Alberi
Manifesto inter-regionale per la salvezza degli alberi nelle Aree Urbane
Chiediamo a tutti gli Amministratori presenti e futuri, di ogni appartenenza politica :
1) Che i progetti urbanistici e/o architetture impattanti sul territorio urbano che verranno di volta in volta proposti vengano d'ora in poi decisi previo il consenso dei cittadini e non più unicamente sulla base di una delega elettorale.
2) Che la conservazione delle alberature pre-esistenti diventi un'assoluta priorità per i progettisti
che dovranno sempre tenerne conto, trovando tutte le alternative possibili.
3) Che cessi immediatamente la nuova dilagante politica che considera le alberature come oggetti e numeri ( se ne abbattono 100 tanto se ne ripiantano 200 altrove, si taglia un albero per far posto ad una panchina) , e che non tiene assolutamente conto delle proteste dei cittadini.
4) Che si contrsati fermamente la tendenza delle amministrazioni di abbattere "vecchi" alberi con il pretesto che i giovani alberelli apporterebbero maggiori benefici alla salute. A parte la non veridicità scientifica (gli alberi giovani funzionano meglio contro la CO2 ma i "vecchi" contrastano meglio le polveri sottili), è nostro preciso desiderio lasciare alla future generazioni sia gli alberi adulti, a volte addirittura storici e monumentali, sia le giovani alberature in nuove aree verdi, a patto che queste ultime non siano una mera "sostituzione" delle vecchie.
5) Che gli eventuali interventi di abbattimento previsti per opere pubbliche siano notificate alla cittadinanza a mezzo stampa (obbligo presente in molti regolamenti comunali, compreso Firenze) come minimo un mese prima dell'intervento unitamente a precisi riferimenti per l'accesso diretto
alle autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti.
6) Che i legislatori prevedano forme di vigilanza (che saranno concordate in seguito) sull'attività di abbattimento e ripiantumazione da parte dei cittadini interessati facendo anche ricorso a pareri di esperti esterni e indipendenti.
7) Che la Legge 9 Gennaio 2006 n.14 "Ratifica ed esecuzione della Convenzione Europea del Paesaggio" fatta a Firenze il 20 Ottobre 2000 venga resa effettiva in ogni singolo paese europeo che l'ha recepita, in questo caso, in Italia i sottoscritti cittadini italiani attraverso questa lettera aperta- manifesto, esprimono un deciso monito a tutti i politici italiani indipendentemente dalle aree politiche di appartenenza che non tollereranno più politiche di non rispetto degli alberi che oltre ad essere un patrimonio di salute pubblica rappresentano anche un'indispensabile fonte di felicità per gli occhi e per la mente, ricordi e testimonianze che attraversano silenziosamente la vita di tante generazioni e dunque costituiscono un valore aggiunto di benessere psicologico oltre che fisico. Infine, in concomitanza con le prossime elezioni, chiediamo a tutti i candidati di controfirmare la presente lettera in modo da prendere un impegno di fronte agli elettori per la salvezza degli alberi. Di tale adesione verrà informata la popolazione.
L'Orto botanico di Parma rischia la chiusura
Impediamo che questo avvenga!

Giambattista Guatteri (1739-1793) fondatore dell'attuale Orto Botanico dell'Università degli Studi di Parma.

Riportiamo l'articolo di Giacomo Talignani e Antonio Mascolo uscito sulla Cronaca di Parma della Repubblica del 22 Marzo di quest'anno, in merito alla situazione dell'Orto Botanico di Parma che rischia seriamente di chiudere. E' questo fatto grave, un segno di impoverimento culturale , soprattutto per ciò che riguarda la "cultura degli alberi". Bisogna impedire che questo accada. Si tratta di trovare le formule giuste, le risorse e gli investimenti per impedire la chiusura di uno spazio storico creato nel 700 e che contiene degli esemplari arborei secolari ( un Ginkgo biloba piantato nel 1795) . Un Orto botanico non è solo patrimonio degli abitanti della città nel quale si trova ma anche degli altri cittadini (italiani e non solo) che ne possono usufruire. E usufruirne vuol dire entrare in contatto, conoscere e apprezzare le piante, gli alberi e i loro nomi. Nomina si nescis, perit e cognito rerum Se non conosci il nome , muore anche la conoscenza delle cose così diceva Linneo. E chiudere un Orto botanico vuol dire cancellare milioni di informazioni e conoscenze delle cose. Non bisogna permetterlo!
Chiude l'Orto botanico.L'indignazione dei lettori
Il Governo taglia i fondi all'Università e Parma non riesce più ad aprire al pubblico i suoi undicimila metri quadrati di alberi secolari e piante rare nel cuore della città. Il dibattito: "Era uno dei pochi luoghi dell'anima sopravvissuti. E ora i bambini dove andranno?". Su Facebook nasce il gruppo "Salviamo l'Orto botanico di Parma"
L'abbandono è tale che una mano anonima ha scritto con lo spray sul muro di vicolo dei Mulini: "Piantateci della canapa". Non va meglio dalla parte dello Stradone , dove hanno fatto un buco nelle recinzione grande che ci passa un uomo. Dentro è ancora peggio , arbusti, fogliame , rami secchi e soprattutto crepe negli edifici. Insomma c'è proprio l'aria di chiusura in quello che era nel 1600 l'Orto dei semplici dei Farnese e che dal 1770 è l'Orto Botanico della città: 11mila metri quadri, un bosco, in pieno centro, con alberi che hanno più di due secoli come una Ginkgo Biloba piantate nel 1791 e un Populos Tremuloides (un pioppo particolare) del giorno dell'inaugurazione effettuata dall'abate Giambattista Guatteri e della corte del Petitot.Ma storia e verde non bastano nei fatti concreti. Uno dei tesori della città ha chiuso i battenti, per mancanza di personale , per mancanza di fondi. Da Natale non entra più nessun estraneo: nè scolaresche , nè turisti , nè studiosi.Nella città dell'immagine per anni l'Orto Botanico è stato un fiore all'occhiello per organizzare Giornate verdi, Giardini aperti, concerti, serate , campagne elettorali. Ora tutti tacciono.Una volta c'erano tre dipendenti, giardinieri. Ora più nessuno. Al prof. Andrea Fabbri non resta che la resa : "Che faccio vedere? l'abbandono? Guardi anche stamattina c'erano due turisti inglesi sono stati dieci minuti davanti al cancello di vicolo dei Mulini. Io ho aperto ho fatto dare una sbirciata. Di più non si può fare. Alle scolaresche dalle elementari alle superiori abbiamo detto di no, non c'è personale. Ci sono le richieste e noi teniamo chiuso. Idee ne abbiamo tante ma non ci sono i soldi. Ci sono due alberi che hanno più di duecento anni se ne potrebbero fare dei piccolini per ricordo e venderli ai visitatori. Non c'è personale e anche la scuola di Botanica sta andando in malore. E' rotta fin la campana di vetro che conserva il miscoscopio ottico del Passerini . Mah forse la storia e la natura non interessano più a nessuno. Nemmeno in questa città che dispone di un tesoro come questo che è conosciuto davvero in molte parti del mondo".Il Rettore ha dato assicurazioni per vedere di indire un bando di concorso per un'assunzione mirata.L'ombra dell'incuria e della tristezza però ha aggredito la luce della natura. L'Orto botanico è chiuso, tutta la sua storia e la sua vita stanno diventando...foglie morte.

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al link seguente

Salviamo l'orto botanico di Parma

Pubblichiamo la risposta del prof. Andrea Fabbri

Carissimi,sento la necessità di ringraziarvi, insieme a tanti altri che hanno scritto sul sito di Repubblica o mi hanno contattato direttamente, offrendo sostegno morale, aiuto qualificato, disponibilità a partecipare ad attività anche pratiche, disponibilità a ricoprire eventuali posti di lavoro, denaro, consigli, ecc. C'è un signore che su facebook ha già messo insieme più di 500 nominativi a sostegno dell'Orto. La cosa, che mi spaventa un pò non essendo io abituato a tali strumenti, è sicuramente un segno di quanto l'Orto sia importante per i parmigiani. Non so quindi trovare le parole per esprimervi i più sentiti ringraziamenti.D'altronde la mobilitazione è stata in parte causata da un equivoco, almeno per chi ha letto le notizie secondo il titolo di Repubblica.parma.it. L'Orto non "chiude", ma "è temporaneamente chiuso". Il che significa che le poche forze che ho a disposizione stanno lavorando, a porte chiuse e quando e come possibile, per rimetterlo in sesto, e che non appena il rettorato riuscirà a perfezionare l'assunzione programmata potremo garantirne la riapertura.Il resto sono titoli, a volte provocatori, che i giornalisti usano per attirare l'attenzione dei lettori. Così è stato per l'"euro a testa", cui forse potremo ricorrere in extremis, ma che preferirei evitare facendo in modo che le istituzioni coinvolte facciano ognuna il proprio dovere; la frase serviva a far capire l'esiguità della somma necessaria a rimettere in sesto l'Orto.Vi saluto tutti molto cordialmente, sperando di incontrarvi presto all'Orto (meglio se a piccoli gruppi!)