venerdì 27 febbraio 2009

NO all'Acquedotto dell'Acea
nel cuore di Villa Borghese!

Riceviamo dall'Associazione Amici di Villa Borghese questo appello (al quale aderiamo) per difendere i 9 Platanus orientalis, piantati nel 1608 dal cardinale Scipione Caffarelli Borghese, e quindi con la veneranda età di 401 anni. Monumenti naturali della città, già poco considerati e protetti, che rischiano ,con questo intervento del passaggio di un acquedotto, possibili danneggiamenti all'apparato radicale, nel quale, ci piace ricordarlo, risiede il sistema neurologico dell'albero (vedi articolo alla fine del post) . Mentre il Platano dell'isola greca di Kos (un Platanus orientalis ) che la leggenda vuole sia stato piantato da Ippocrate è la risorsa turistica principale dell'isola con migliaia di persone l'anno che ci vanno apposta per vederlo, la valle nella quale vivono invece i nostri platani romani, invece di diventare un' attrazione turistica, è ,ahimè, chiamata Valle dei cani, poco frequentata per questo dagli umani e molto dai cani, e ancor di più dagli umani con i cani. E così se in tutto il mondo è alta la sensibilità e la cura per esemplari arborei di così alto valore che vengono protetti da possibili vandalismi e monitorati periodicamente da tecnici, in Italia si continua ad ignorarli. Si parla, si fanno convegni, però poi degli alberi monumentali nessuno se ne occupa, e in questo "occupa" intendiamo nessuno "sborsa un euro" per manutenerli.
Ricordiamo infine che i Platanus orientalis sono gli alberi che ispirarono ad Haendel la sua opera "Serse" con la sua celebre aria "ombra mai fu" e possono raggiungere se ben tenuti anche i mille anni di età.
Ecco l'appello dell'Associazione Amici di Villa Borghese
La Valle degli Antichi platani nel cuore di Villa Borghese, uno dei patrimoni storici artistici e naturalistici più importanti d’Europa, sta per essere sbancata dai bulldozer dell’Acea per realizzare un acquedotto. Quei platani sono veri e propri monumenti viventi: piantati agli inizi del Seicento, sono uno degli ultimi esempi sopravvissuti del paesaggio rurale seicentesco e pre-romano. La Valle, riconosciuta per il suo valore paesaggistico a livello internazionale, è tutelata da ben tre leggi e convenzioni internazionali: il decreto legislativo 42 del 2004 con le sue modifiche e integrazioni, la Convenzione Europea del Paesaggio sottoscritta anche dall’Italia, e la Carta di Firenze promulgata dall’Unesco. Ognuna di queste leggi e convenzioni proibisce l’impiego di mezzi pesanti, come i bulldozer Turbo dell’Acea, all’interno di queste aree protette. Per autorizzare lo sbancamento di quel santuario, le autorità comunali hanno fatto carta straccia di tutte le leggi di tutela. Le trincee previste dall’Acea - larghe almeno 1 metro e profonde 2 m., cioè più dell’altezza di un uomo, scavate a una distanza di appena 3 m. dalla base dei platani giganti, rischiano di provocare danni gravi e irreparabili. Una soluzione alternativa c’è, con una ragionevole modifica del percorso. Basta volerla. Chiediamo al Sindaco e all’Assessore di convocare con urgenza un tavolo tecnico, ed ascoltare gli esperti.
DITE LA VOSTRA
Scrivete al Sindaco e chiedetegli d’intervenire:
Sindaco di Roma, on. Gianni Alemanno: fax 06-679 4759; 06-6710 3590
e-mail:
ld.gabinetto@comune.roma.it; g.alemanno@comune.roma.it
Indirizzate lettere di protesta all’Assessore all’Ambiente, e chiedetegli di riunire con urgenza un "tavolo tecnico" per una soluzione alternativa:
Assessore alle Politiche Ambientali e Agricole, dott. Fabio De Lillo: fax 06- 6710 9305
e-mail:
f.delillo@comune.roma.it

"Il centro di comando delle piante è nelle radici"
Nelle radici il centro di comando delle piante.

18-02-2009

Pubblicato on line sulla rivista internazionale Pnas un innovativo studio di ricercatori fiorentini


Sta nelle radici, in particolare negli apici delle radici, il centro di comando delle piante. E’ la scoperta di un gruppo di ricercatori dell’Università di Firenze, afferenti ai dipartimenti di Ortoflorofrutticoltura e al dipartimento di Fisica, che sarà pubblicata on line questa settimana sulla prestigiosa rivista internazionale Pnas (Proceedings of the National Academy of Science of United States of America).
Gli autori dello studio "Spazio-temporal dynamics of the electrical network activity in the root apex" (Elisa Masi, Marzena Ciszak, Giovanni Stefano, Luciana Renna, Elisa Azzarello, Camilla Pandolfi, Sergio Mugnai, Frantisek Baluska, Tito Arecchi e Stefano Mancuso) sono, infatti, tutti ricercatori dell’Ateneo fiorentino, tranne Baluska, che è dell’Università di Bonn ma fa parte del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, (LINV diretto da Stefano Mancuso) anch’esso situato presso il Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, come gli altri due dipartimenti scientifici. Il lavoro dimostra l'esistenza diffusa all'interno dell'apice delle radici di cellule capaci di emettere e recepire segnali elettrici, similmente ai neuroni per gli animali. Ma dei neuroni queste cellule vegetali hanno anche un’altra proprietà, la sincronizzazione, cioè la capacità di emettere più segnali contemporaneamente. Questa caratteristica è stata osservata utilizzando per la prima volta sulle piante una tecnologia tipica della neurobiologia, i Mea (multi electrode arrays), dei microelettrodi che vengono applicati sulle radici per misurare i segnali. Infine, i ricercatori hanno scoperto che questi segnali elettrici vengono trasmessi da una cellula all’altra con un sistema, la conduzione neuroide, tipico degli animali che non hanno nervi, come alcuni invertebrati.


(Stefano Mancuso)




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