lunedì 15 novembre 2010

Fermiamo lo scempio
degli alberi monumentali.
Amputata la Roverella dei Colli di San Pietro
che si trova alle falde del Monte Vico Alvano
nella Penisola Sorrentina
(età stimata quattrocento anni)
Pubblichiamo il comunicato stampa di denuncia da parte della sezione WWF Penisola sorrentina in merito al taglio arbitrario fatto nel mese di Novembre 2010 alla branche di una Quercus pubescens secolare , albero monumentale dalle dimensioni notevoli e dall'aspetto straordinario. Un'occasione per riflettere su quanto ancora oggi in Italia il patrimonio degli alberi monumentali, una risorsa culturale e paesaggistica di valore inestimabile, sia continuamente a rischio e di come sia necessario proteggerlo e mantenerlo attraverso leggi, risorse economiche ed interventi mirati ed attenti. Quello che non ha fatto la natura in centinaia di anni riesce a farlo l'uomo con una motosega in pochi minuti. Evitiamo che questo succeda e continui a succedere.

" Con i suoi circa 5 metri di circonferenza del tronco, un diametro della chioma di quasi 30 metri e un età stimata di diversi secoli, la Roverella dei Colli di San Pietro, alle falde del Monte Vico Alvano, rappresenta senza ombra di dubbio l’esemplare arboreo vivente più vetusto di “Quercus pubescens” presente sull’intera territorio della Penisola sorrentina. L’albero, censito dal WWF Penisola Sorrentina e tenuto sotto attenta osservazione da oltre 25 anni, è stato di recente inserito nella pubblicazione “Gli Alberi Secolari in Campania - testimoni viventi della storia” realizzato col contributo della Regione Campania ed in collaborazione col Corpo Forestale dello Stato. Ogni anno un gruppo di ragazzini siede alla base della Roverella e recita i versi di Trilussa, impegnandosi a rispettare e a far rispettare la Natura. Alle spalle della quercia si staglia il famoso Castello Colonna che fu dimora prima di una Abbazia Benedettina nel 1080 e poi del Principe Eduardo Colonna Doria del Carretto nel 1855. Il Monte Vico Alvano è stato nel passato già oggetto di una violenta trasformazione urbanistica che ne ha snaturato le caratteristiche naturali con la nascita, attorno al Castello, di un vasto complesso residenziale e la progressiva trasformazione del bosco in “parco urbano”. Nell’estate del 2007 la montagna fu attraversata dall’ennesimo devastante incendio boschivo che ne ha gravemente compromesso la preziosa vegetazione della macchia mediterranea ma il grande Patriarca, che vegeta nella parte bassa, è sopravvissuto anche all’ultima calamità “innaturale”. La grande quercia, però, non è sopravvissuta al verdetto agronomico di amputazione delle sue enormi branche! L’albero, infatti, che si presentava con portamento basso e chioma espansa ha, di recente, subito il taglio di alcuni lunghi e spettacolari rami, che si dipartivano paralleli al suolo per decine di metri e ne conferivano un aspetto unico nel suo genere, prendendo a pretesto la presenza dell’insetto Cerambix cerdo L., coleottero nero con lunghe antenne noto più comunemente come Cerambice delle Querce. “Riteniamo che l’intervento poteva essere evitato – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – e, anzi, i tagli effettuati costituiranno ora la “strada di accesso” per ulteriori attacchi di Cerambicidi, già presenti sulla pianta, che depongono le loro uova proprio attraverso le ferite da taglio. Le larve che nascono, dopo aver svernato tra la corteccia, si portano nel legno ove scavano gallerie ascendenti che divengono sempre più grosse man mano che la larva cresce provocando nei tronchi fori e gallerie fino a ridurre in groviera il legno infestato. Dopo i tagli effettuati, oltre ad aver perso gran parte del suo secolare fascino, la grande Roverella di Vico Alvano è da considerarsi ancora più a rischio. Quando si ha a che fare con esemplari arborei tanto vetusti e spettacolari e di enorme valore culturale e storico, l’atteggiamento e l’approccio più corretto dovrebbe essere quello di fare di tutto per conservarne la forma e la struttura. Di esempi in tal senso se ne trovano parecchi nel resto di Italia e d’Europa. Nella città di Milano, ad esempio, la grande Quercia Rossa di Piazza XXIV Maggio, o quella dei Giardini Pubblici di Palestro, presentava analoghe problematiche, la soluzione è stata, oltre alla lotta mirata agli insetti, quella di apporre, sotto i lunghi rami orizzontali, delle semplici “grucce” o “stampelle” appositamente costruite, in legno o in acciaio, per reggere le spettacolari branche ed evitare che, in caso di degenerazione del tessuto legnoso, esse potessero costituire pericolo per le persone che sotto vi transitano. Nel caso della Roverella di Vicalvano stiamo parlando di un monumento vivente, di un patriarca arboreo, di un albero che, nonostante i 4 secoli di età, si trova a meno della metà del suo ciclo vitale. Non è possibile andare ad “amputare” un tale colosso senza snaturarne la sua stessa forma e struttura” .



WWF Penisola Sorrentina

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