La cura e la difesa degli alberi va di pari passo con le nuove acquisizioni scientifiche e con le persone (tecnici e non solo) che hanno deciso di lavorare dalla parte degli alberi, al di sopra delle speculazioni che tendono a privilegiare chi gli alberi li vende e ci guadagna sopra. Quello che per gli umani è normale: far crescere bambini e farli diventare adulti vorremmo in piccola parte che si realizzasse per gli alberi. Qual'è la percentuale degli alberi che sopravvivono alle piantumazioni? Che ne è e che ne è stato, quanti ne sono morti ( già il fatto di chiederselo mi sembra un "quesito marziano") degli alberi piantumati con 9 milioni di euro per riforestare Roma? Di solito le polemiche si fanno in campagna elettorale e questo come tutti sappiamo "non è periodo". Quindi pensiamo positivo e concentriamoci su nuove proposte operative. Nella foto Alex Shigo il padre della moderna arboricoltura le cui teorie e i suoi libri dovrebbero essere "pane quotidiano" per Assessori e Responsabili di alberate e giardini. Dovrebbero, ma "chi c'ha tempo per leggere?" e poi si "quelle so' teorie ma chi le mette in pratica?" Ecco noi abbiamo trovato anche chi non solo ha letto e legge ma le mette anche in pratica (e per fortuna non sono i soli). Che sia il giunto il momento di diffondere una tal "buona abitudine"?
sabato 4 ottobre 2008
Alex Shigo e la salute degli alberi
(Alex Shigo 8 Maggio 1930- 6 Ottobre 2006)
C'è un azienda di Varese, attiva da molti anni, che lavora occupandosi di alberi, si chiama Fito- consult, e periodicamente pubblica una rivista tecnica informativa della quale proponiamo l'editoriale dell'ultimo numero.
Andare a vedere il suo sito
(magari per qualche tecnico o amministratore di passaggio) può essere utile per capire qual'è la nuova strada per occuparsi in difesa degli alberi.
Questo invece è l'editoriale
I grandi e vetusti alberi che vivono tra di noi non costituiscono la riprova della bontà delle nostre cure, ma sono semplicemente la testimonianza della loro tolleranza alla nostra follia": così Alex Shigo in uno dei suoi ultimi scritti. Niente di più vero e reale! Girando per Congressi, partecipando a Seminari, leggendo articoli tecnici su riviste di grido e ricerche scientifiche ci rendiamo sempre più conto di come attorno all'albero sia fiorito un guazzabuglio di falsi miti, errate convinzioni, ricerche astruse, interessi commerciali, pressappochismo... che ben poco ha a che fare con la reale conoscenza del sistema albero. Nella pratica quotidiana il risultato di tutto ciò si è tradotto in tecniche, prodotti e interventi operativi inutili e fuorvianti, se non dannosi. Ma se le nostre cure e le nostre ricerche fossero davvero così calzanti, allora perché sempre più alberi nelle nostre città muoiono? Certo, dietro tutto questo c'è sicuramente in molti della buona fede: si tenta di aiutare gli alberi perché se ne capisce l'importanza e li si ama. Ma per troppo amore - o interesse- si può anche distruggere! Si propongono macchinari sempre più complessi- e astrusi-, dimenticando che la natura richiede semplicità; si impostano ricerche sperimentali andando preventivamente ad uccidere il legno per permettere poi ad un patogeno di svilupparsi sopra- dimenticando che mai in natura ciò può accadere- ; ci si ostina a condurre lavori sperimentali alla eterna ricerca di pozioni, substrati e prodotti miracolosi per ovviare alle situazioni di disagio in cui noi stessi costringiamo i nostri alberi a svilupparsi-... e quante altre corbellerie ci vengono oggi opinatamente somministrate? Sono state da poco raccolte in un fascicoletto- "The Nature of Tree Care" - le ultime, informali conversazioni e riflessioni di Alex Shigo: un concentrato, prima che di tecnica, di filosofia, cultura e umanità. E già, perché nel nostro settore- operativo e accademico- queste sono le doti che sembrano più latitare!
Continua la battaglia per la difesa degli alberi di Piazza della Libertà a Trieste
Per maggiori informazioni:
Comitato per la Salvaguardia degli Alberi di Piazza Libertà,
Il Comitato è un Comitato di Cittadini che con l’appoggio dell’Associazione Orticola del FVG “Tra Fiori e Piante” WWF, Italia Nostra, LAV e Gruppo Beppe Grillo Trieste si propone di realizzare una serie di iniziative per opporsi all’abbattimento degli alberi secolari di Piazza Libertà previsto dal progetto preliminare di “riqualificazione” della piazza approvato dal Consiglio Comunale di Trieste il 30 maggio 2008

Gli alberi di Piazza Libertà - report_01 28.05.08
venerdì 5 settembre 2008
No. We Can't.
Non salviamo la faccia. Salviamo il Pincio.
Non salviamo la faccia. Salviamo il Pincio.
In vista della decisione che il Sindaco dovrà assumere martedì 9 settembre p,v, in merito alla realizzazione del Parcheggio nella collina del Pincio, si propone a tutti i Comitati e le Associazioni disponibili di sottoscrivere la lettera aperta
al Sindaco Gianni Alemanno
al link
e di presentarla nel corso di una conferenza stampa-manifestazione indetta per
Sabato 6 settembre dalle ore 11,30 alle 12,30
esattamente sulla terrazza del Pincio
ed alla quale vi sollecitiamo a partecipare numerosi.Il tempo stringe e vi chiediamo di fare arrivare le adesioni il prima possibile a questo indirizzo di posta elettronica oppure a mario.attorre@tin.it.
e di far conoscere questa lettera a tutte le associazioni e comitati che conoscete.

Gli Alberi del Pincio
Per ciò che riguarda il Pincio in una visione esclusivamente "antropocentrica" mai si è trattato degli alberi che da più di cent'anni ci vivono "sopra" ben radicati. Una visione che mette l'uomo al primo posto su tutto e che gli fa provare un'emozione davanti a rovine antiche, mentre invece lo lascia totalmente indifferente sul fatto che alcune sequoie secolari (le stesse dell'albero più grande e più alto del mondo)gli possano vivere accanto. Nessuno ha speso una sola parola nel vedere l'orrore (estetico e non solo) delle palme centenarie (piantate a fine ottocento) insacchettate e inzollate ridotte ad esseri (gli alberi sono esseri viventi questo spesso ce lo dimentichiamo) senza nessuna importanza. Le stesse palme che accanto ai pini del piazzale ispirarono il primo movimento della ben nota sinfonia "I Pini di Roma" di Ottorino Respighi . E chi non la ricorda, forse è la sigla della città (se si può usare questo termine televisivo) e questa musica allegra, con un ritornello infantile deve la sua ispirazione alle giostrine da sempre presenti nel piazzale. Quattro Palme (Phoenix canariensis e Phoenix dactylifera) documentate fedelmente in tutte le foto storiche di Roma . Che originariamente erano state piantate a quinconce. Nel tempo una è scomparsa però come spesso succede con gli alberi nessuno se ne è mai accorto. (Curioso è il fatto che per il restauro filologico di Villa Sciarra, fato in maniera accurata attraverso foto storiche prese dall'alto, sono state spese diverse centinaia di milioni, mentre nessuno si è accorto che mancava una palma dal disegno originale e sarebbe bastato qualche euro per ricomporne il disegno originale). E ancora nessuno ha mai ricordato che quella del Pincio è stata la prima passeggiata romana, realizzata grazie alle abilità di giardinieri francesi "con le palle" ( ricordo Francesco Vachez - quando ancora fare il giardiniere era legato ad una questione di principio per poi godere dei risultati ottenuti)i e ricca di esemplari botanici unici in città. Nel 1870 nel giardino e lungo le rampe crescevano 7049 piante diverse! Tra le altre degli esemplari arborei rari ed esotici tra i quali l'Adansonia digitata (si proprio lui il baobab!). Ed alcuni di questi esemplari sopravvissuti sono ormai abbandonati a se stessi. Subito dopo la prima curva delle rampe che salgono da Piazza del Popolo c'è per esemopio un raro esempio di Quercus castanea un ibrido tra una quercia e un castagno che si trova in condizioni pietose. Colpita da fungosi sembra abbandonata a se stessa. Un albero storico e raro abbandonato a se stesso: questo succede solo a Roma.
Queste le parole di Veltroni sulla sua difesa del parcheggio dall'articolo del Corriere della Sera del 4 Settembre:
"Per noi l'area del Pincio è stata, ed è, «sacra», così come tutta villa Borghese. È per questo che negli ultimi anni tutti i suoi edifici, come anche quelli di Villa Torlonia, sono stati ristrutturati e riportati alla loro antica meraviglia."
Si! Gli edifici e gli alberi?
Un giorno di Agosto porto un ospite a vedere gli alberi più belli della mia città : i 9 Platani monumentali piantati nel 1608 dal principe Scipione Caffarelli Borghese. Alberi spettacolari dal tronco grande e robusto. Sono cavi al loro interno.
"Entraci dentro" dico al mio ospite " è uno spettacolo!" Ah che gaffe! Uno spettacolo improponibile: per terra un preservativo, vicino e a distanza una intensa puzza da vespasiano. Un essere vivente che ha 400 anni abbandonato a se stesso. Addirittura sulle nuove brochure realizzate da Zetema su Villa Borghese questi alberi non esistono. Il turismo degli alberi monumentali (basterebbe sfogliare "Grandi alberi del mondo" di Thomas Packenham per capire di cosa sto parlando) a Roma è qualcosa legato a "pura preistoria". Per fortuna che i loro principali estimatori e frequentatori: i cani (gli alberi più antichi di Roma si trovano infatti , sic, in quella che è chiamata la valle dei cani) non sanno usare la macchina e il cemento e quindi per ora ancora non sono a "rischio progresso". William Wordsworth nel suo soggiorno a Roma proprio vedendo dal Pincio i Pini di Monte Mario decise di scrivere un poema dedicando alla saggezza di Lord Beaumont che li aveva preservati dall'ascia della speculazione. Un'ascia che ora è diventata motosega. Una motosega che non si ferma davanti a nulla. Per non parlare poi delle radici. Dice il professore Stefano Mancuso, del LINV - Laboratorio di neurobiologia vegetale - di Sesto Fiorentino che il sistema intelligente degli alberi si trova nelle loro radici. E' attraverso le radici che l'albero assorbe gli elementi di cui ha bisogno, entra in contatto con gli altri alberi e vive. E gli alberi si sa non sono fatti di plastica (e si sa che molti non disdegnerebbero gli alberi di plastica). Cosa succederà al loro sistema intelligente e di ancoraggio quando lì sotto gli si creerà il vuoto? Cosa succederà al loro sistema intelligente quando si renderanno conto che là sotto non cè più la terra ma cemento? E certo che la risposta è solo una : moriranno. Come son morte tutte le nuove Roverelle (Quercus pubescens) piantate sulla Prenestina. E se un nuovo albero preferisce non esserci più in questo mondo dove il cemento prende il posto sulla terra (perchè mai una roverella dovrebbe scegliere di vivere in città in quelle condizioni "pedologiche"?), perchè destinare alla morte sicura (un'agonia, più che una morte improvvisa, perchè scompariranno un pò alla volta negli anni) alberi centenari di notevole bellezza che fanno parte della nostra storia e della nostra cultura.
Queste le parole di Veltroni sulla sua difesa del parcheggio dall'articolo del Corriere della Sera del 4 Settembre:
"Per noi l'area del Pincio è stata, ed è, «sacra», così come tutta villa Borghese. È per questo che negli ultimi anni tutti i suoi edifici, come anche quelli di Villa Torlonia, sono stati ristrutturati e riportati alla loro antica meraviglia."
Si! Gli edifici e gli alberi?
Un giorno di Agosto porto un ospite a vedere gli alberi più belli della mia città : i 9 Platani monumentali piantati nel 1608 dal principe Scipione Caffarelli Borghese. Alberi spettacolari dal tronco grande e robusto. Sono cavi al loro interno.
"Entraci dentro" dico al mio ospite " è uno spettacolo!" Ah che gaffe! Uno spettacolo improponibile: per terra un preservativo, vicino e a distanza una intensa puzza da vespasiano. Un essere vivente che ha 400 anni abbandonato a se stesso. Addirittura sulle nuove brochure realizzate da Zetema su Villa Borghese questi alberi non esistono. Il turismo degli alberi monumentali (basterebbe sfogliare "Grandi alberi del mondo" di Thomas Packenham per capire di cosa sto parlando) a Roma è qualcosa legato a "pura preistoria". Per fortuna che i loro principali estimatori e frequentatori: i cani (gli alberi più antichi di Roma si trovano infatti , sic, in quella che è chiamata la valle dei cani) non sanno usare la macchina e il cemento e quindi per ora ancora non sono a "rischio progresso". William Wordsworth nel suo soggiorno a Roma proprio vedendo dal Pincio i Pini di Monte Mario decise di scrivere un poema dedicando alla saggezza di Lord Beaumont che li aveva preservati dall'ascia della speculazione. Un'ascia che ora è diventata motosega. Una motosega che non si ferma davanti a nulla. Per non parlare poi delle radici. Dice il professore Stefano Mancuso, del LINV - Laboratorio di neurobiologia vegetale - di Sesto Fiorentino che il sistema intelligente degli alberi si trova nelle loro radici. E' attraverso le radici che l'albero assorbe gli elementi di cui ha bisogno, entra in contatto con gli altri alberi e vive. E gli alberi si sa non sono fatti di plastica (e si sa che molti non disdegnerebbero gli alberi di plastica). Cosa succederà al loro sistema intelligente e di ancoraggio quando lì sotto gli si creerà il vuoto? Cosa succederà al loro sistema intelligente quando si renderanno conto che là sotto non cè più la terra ma cemento? E certo che la risposta è solo una : moriranno. Come son morte tutte le nuove Roverelle (Quercus pubescens) piantate sulla Prenestina. E se un nuovo albero preferisce non esserci più in questo mondo dove il cemento prende il posto sulla terra (perchè mai una roverella dovrebbe scegliere di vivere in città in quelle condizioni "pedologiche"?), perchè destinare alla morte sicura (un'agonia, più che una morte improvvisa, perchè scompariranno un pò alla volta negli anni) alberi centenari di notevole bellezza che fanno parte della nostra storia e della nostra cultura.
Ficus carica
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lunedì 28 luglio 2008
Consigli per l'estate- due video a confronto
Due video a confronto , quello breve dell'elicottero della Forestale in azione nel recente incendio di Sabato 26 e Domenica 27 Luglio nella Pineta di Castelfusano. Un incendio doloso come testimoniato dagli inneschi di pneumatici e benzina ritrovati dai pompieri. Un incendio "provocato da uomini cattivi" usando una fraseologia per bambini
e quello spagnolo Salvemos a los arboles - salviamo gli alberi che inviteremmo a guardarlo volentieri quegli uomini cattivi che ora magari staranno da qualche altra parte a bearsi del loro misfatto per ora ancora impunito ( e speriamo ancora per poco) . Un delitto contro noi stessi, contro il nostro futuro e quello dei nostri figli. Se tra tutte le persone aumenterà la coscienza di questa gravità sarà più difficile per questi "untori moderni" operare di nascosto e in silenzio e sarà più facile "beccarli con le mani nel sacco".
Che sia una buona estate per tutti , in compagnia degli alberi, della loro forza e presenza.
Ficus carica
e quello spagnolo Salvemos a los arboles - salviamo gli alberi che inviteremmo a guardarlo volentieri quegli uomini cattivi che ora magari staranno da qualche altra parte a bearsi del loro misfatto per ora ancora impunito ( e speriamo ancora per poco) . Un delitto contro noi stessi, contro il nostro futuro e quello dei nostri figli. Se tra tutte le persone aumenterà la coscienza di questa gravità sarà più difficile per questi "untori moderni" operare di nascosto e in silenzio e sarà più facile "beccarli con le mani nel sacco".
Che sia una buona estate per tutti , in compagnia degli alberi, della loro forza e presenza.
Ficus carica
sabato 19 luglio 2008
Gli alberi in Tv fanno ridere. Fanno ridere?
Molti si chiederanno come mai son sempre di meno (soprattutto tra i giovani) quelli che sanno distinguere un acero da un olmo? O ancora meglio un Tiglio da una Quercia. Semplice potrebbe essere la risposta utilizzando una metafora televisiva : gli alberi non fanno audience. Non producono guadagni, profitti, aumenti di capitale etc, etc. Quando si parla di alberi si pensa sempre ai bambini. Parlare di alberi è qualcosa per bambini, un qualcosa di frivolo e innocente che una volta cresciuti bisogna rimuovere o dimenticare . E come fare questo : in tanti piccoli e diversi modi . Uno di questi è la televisione e in particolare la televisione/risata quella che fa ridere (quella che mette un bong/slash/ scrok quando qualcuno cade) . Una tecnica messa a punta da più di cinquant'anni dai "persuasori occulti" americani che come il fast food e le scarpe da ginnastica con il logo carino, l'Italia ha importato ,superando, come sempre succede tra l'allievo e il maestro, nelle loro realizzazione ed esecuzione i loro maestri statunitensi. La risata è il suggello, di tutti i programmi televisivi che propongono contenuti nascosti. Quando si ride (da soli e a distanza) in sinergia con chi ci fa ridere è quello il momento nel quale il contenuto passa E così gli autori televisivi aguzzano le loro attività neurocerebrali per confondere le idee e (diciamolo) "lavare il cervello" ai loro telespettatori. Finora l'unica difesa a questa "induzione inconscia" è stata quella di differenziare i contenuti nei programmi/risata e così ci sono i proris (programmi/risata) di destra (nei quali si ride di quelli di sinistra) e i proris di sinistra ( nei quali si ride di quelli di destra). Rimane comunque un dato certo il contenuto oggettivo (che dovrebbe essere un dato primario quando si fa informazione) scompare. Una leggenda ( e non solo) che circola tra gli operatori media ci dice che : il bravo manipolatore è quello che può demolire qualsiasi contenuto ( una bravura che si misura nella quantità e capacità di demolizione). E gli anni di esperienza acquisiti dai "tecnici televisivi" che potremmo definire, usando un brutto termine, dei "marchettari del profitto" si affinano sempre di più e non lasciano via di scampo a chi decida di passare le sue serate davanti allo schermo televisivo.
Abbiamo trovato a questo proposito un video di Camera Cafè un programma seguito proprio da quei giovani che non conoscono gli alberi, che parla proprio di alberi e di difesa di alberi in maniera comica, appropriandosi di luoghi comuni. Un video che appartiene di diritto ai proris , e guarda caso utilizza spesso gli stessi termini utilizzati da coloro che privilegiano gli interessi economici (cemento, parcheggi, centri commerciali, motoseghe) . Un video che fa ridere e quindi fa audience e l'audience (lo sanno anche i bambini) aumenta il valore degli spot pubblicitari, maggiore è l'audience e maggiore e il costo dello spot e il guadagno di chi passa gli spot e di chi li produce .
Abbiamo trovato a questo proposito un video di Camera Cafè un programma seguito proprio da quei giovani che non conoscono gli alberi, che parla proprio di alberi e di difesa di alberi in maniera comica, appropriandosi di luoghi comuni. Un video che appartiene di diritto ai proris , e guarda caso utilizza spesso gli stessi termini utilizzati da coloro che privilegiano gli interessi economici (cemento, parcheggi, centri commerciali, motoseghe) . Un video che fa ridere e quindi fa audience e l'audience (lo sanno anche i bambini) aumenta il valore degli spot pubblicitari, maggiore è l'audience e maggiore e il costo dello spot e il guadagno di chi passa gli spot e di chi li produce .
Ma ecco il video , fa ridere?
venerdì 20 giugno 2008
L'uomo che piantava gli alberi 4
Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile.
Elzéard Bouffier
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