giovedì 29 gennaio 2009

Due mail sull'Arancio di San Domenico

Rapida e concisa , segno di grande professionalità , è giunta la risposta di Luca Patrignani alla mail che avevo spedito al giornale e pubblicata nel post precedente. Un caso/dibattito su quale sia l'albero più antico di Roma sembra si sia aperto, e se anche le pagine di questo blog non dovrebbero occuparsi di questo, pretendere che anche per la storia e la cultura degli alberi esista una "scientificità" è un modo per prendersene cura e considerarli non mera materia legnosa (utili per far carte, fuoco, carbone, o abbindati con le palle giochetti per gli umani) ma come esseri degni di più alta considerazione e rispetto. Pubblico la mail del giornalista di 24 minuti con la risposta con le mie motivazioni. Se avete argomenti o notizie che possano avallare nuovi punti di vista mandate una mail a legalberi@hotmail.com
Ecco la mail di Luca Patrignani:
"Grazie per l'attenzione dedicata al nostro articolo. Per quanto riguarda l'arancio secolare, come lei giustamente sottolinea nel suo gentile messaggio di posta elettronica, a certificarne l'età e il primato di "albero più antico della Capitale" sono due fonti, le più titolate in materia: il censimento 1998 (l'ultimo ufficiale) del Servizio Giardini del Comune di Roma, e l'elenco, anch'esso ufficiale, proposto dal Corpo Forestale dello Stato. Secondo quanto spiegato dal dott. Scarnati del dipartimento di Biologia vegetale dell'Università "La Sapienza", che cura l' informatizzazione dei dati provenienti dai censimenti del Servizio Giardini, il calcolo dell'età è riferito ai diversi tronchi che si sono generati spontaneamente, dopo che l'albero si è seccato, a partire dal patrimonio genetico originale. Per quanto riguarda la diffusione della Robinia Pseudoacacia, anche in questo caso come lei stesso ha già sottolineato nella sua attenta lettera, l'unico riferimento ufficiale è l'ultimo censimento (del 1998): non è certo possibile basare un articolo destinato alla diffusione su stime sui risultati di un censimento futuro. Il servizio Giardini del Comune, infatti, non è ancora in grado di fornire dati ufficiali sul numero attuale di Robinie e Ligustri.
Ed ecco la mia risposta
" Grazie per la sollecita risposta e per questo "caso" che si è aperto che dato che riguarda la Storia degli alberi è bene approfondire. Comprendo la sua buona fede nell’affidarsi alle parole di uno specialista degno e accreditato però spesso questo non basta e non bastano neanche elenchi ufficiali per dimostrare che un dato storico sia vero o falso. Da Storico degli alberi la mia finalità è quella di chiarire e sfatare un primato che è assolutamente privo di fondamento: ovvero che l’albero più antico di Roma è un arancio di settecento anni. Però proprio perché sulla Storia degli alberi ( e in particolar quella della Storia degli alberi di Roma che non si studia ahimè ancora in nessuna Facoltà universitaria) c'è poca attenzione e studio , questo è successo nel passato e continua ancora a succedere.:
Ma andiamo punto per punto agli argomenti della sua risposta :
- Intanto , se anche fosse : l'albero più antico della Capitale è l'arancio di San Domenico e non di San Daniele come è comparso scritto nell'articolo.
- Sulle affermazioni poi del Dottor . Luca Scarnati che ho avuto la fortuna di ascoltare nel suo intervento al convegno "Il Respiro di Roma" che dicono che " il calcolo dell'età è riferito ai diversi tronchi che si sono generati spontaneamente, dopo che l'albero si è seccato, a partire dal patrimonio genetico originale" ci sono poi almeno due ragionevoli dubbi.
"So di non sapere" è alla base del mio metodo di studio e per ciò che riguarda lo studio degli alberi questo è sempre un qualcosa che bisogna tenere a mente, però per ciò che riguarda le affermazioni del Dott. Scarnati penso che :
1 intanto che i tronchi non si sono generati spontaneamente perchè ho visto l'arancio ( e questo molto probabilmente lo Scarnati non ha avuto il tempo di farlo) dal tronco dritto nato o da piantina o da seme. L’età di un albero, poi, si calcola dalle dimensioni del tronco non dal patrimonio genetico. Le faccio un esempio all'Orto Botanico di Firenze c'è un figlio (ovvero riprodotto per talea, me lo ha confermato il botanico Mario Landi) del Taxodium mucronatum chiamato El Arbol che si trova in Messico a Tule, albero famoso(può andarlo a vedere su Grandi alberi del mondo di Thomas Packenham Edizioni De Agostini ) intanto per le sue dimensioni, un tronco con una circonferenza di 58 metri e poi per l'età stimata intorno ai 1600 anni. Ecco, non posso datare il figlio naturale dell’Orto Botanico di Firenze con lo stesso dell'albero madre, mi sembra evidente. La stessa cosa succede anche con le persone non so quanti anni lei abbia (io ne ho 47) e però i 47 anni si calcolano con i miei anni non con il patrimonio genetico dei miei avi, e questo pure mi sembra evidente. L’intervento del dottor Scarnati nel convegno si intitolava “Roma giardino d’Europa” e si è basato proprio sulla pubblicazione omonima fatta uscire nel 2006 dal Servizio Giardini. Nella pubblicazione il suo nome non compare tra gli autori , mentre ho sentito poco fa l'autrice dei testi della pubblicazione che riguardano gli alberi cioè Paola Lanzara, attualmente la maggiore storica e specialista per ciò che riguarda gli alberi di Roma, che mi ha confermato quello che è la mia idea ovvero che l'arancio è stato piantato recentemente
2- mentre un cipresso o un tasso o un ulivo possono vivere anche migliaia di anni (le consiglio di andare a vedere se già non lo ha visto l'ulivo- o meglio un ulivastro- che si trova a Canneto in Sabina che ha un età stimata di 1600/1700 anni) un arancio no, e affermare che un arancio ha settecento anni sarebbe il primo e unico caso nel mondo frutto più di un fenomeno miracoloso che scientifico (però io so di non sapere e se qualcuno vuol smentirmi lo faccia, forse imparerò qualcosa di nuovo).
- Terzo e ultimo punto. Scrivere che l’albero più diffuso a Roma è la Robinia pseudoacacia basandosi su un censimento fatto undici anni fa (mentre invece con i dati alla mano che hanno al Servizio Giardini - basta telefonare all’ufficio alberate e chiedere del gentilissimo e disponibile Dott. Messina- delle continue rimozioni di filari di Robinie a Sofore per fine ciclo vitale -l’albero più rimosso in assoluto proprio perché è quello che cade di più) equivale a scrivere che gli abitanti di New Orleans sono tanti e stanno tutti bene e così le loro case perché lo dimostra un censimento fatto dieci anni fa senza considerare l’alluvione che ha distrutto completamente la città. E se questo non ha senso per gli uomini perché dovrebbe averlo per gli alberi?
La ringrazio ancora comunque per la sua pazienza (nell’avermi risposto) e per l’amore e attenzione che dal sua articolo è arrivato per la causa degli alberi."

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